Il Ministro fa partire l’aumento stipendi: dovrebbe essere di 140 euro al mese ma i sindacati storcono il naso

140 euro in più nello stipendio: un ‘regalo’ dallo Stato che i lavoratori non accettano. A caval donato non si guarda in bocca, ma nelle tasche si osserva eccome.

In Italia, le battaglie per l’aumento salariale non finiscono mai. Non si vedono, non fanno rumore, ma resistono da anni, tra rivendicazioni storiche e promesse mai del tutto mantenute. Lavoratori che chiedono rispetto, condizioni dignitose, retribuzioni adeguate. E spesso ottengono solo piccoli aggiustamenti, pacche sulle spalle e numerosi silenzi.

Illustrazioni mano dello stato che da soldi al lavoratore che bruciano: aumento dello stipendio che rischia di andare in fumo
Il Ministro fa partire l’aumento stipendi: dovrebbe essere di 140 euro al mese ma i sindacati storcono il naso – artistrada.it

Lo Stato, negli ultimi mesi, qualcosa l’ha fatto. Ha tagliato il cuneo fiscale, cercando di alleggerire le buste paga, almeno un po’. Ma in un Paese dove gli stipendi arrancano e i prezzi corrono, queste misure servono a poco. Non bastano.

E adesso una nuova proposta: il governo ha annunciato 3,2 miliardi di euro per aumentare gli stipendi. Secondo le stime, parliamo di un aumento medio lordo mensile di circa 140 euro. Il ministro Valditara lo ha detto apertamente: le risorse ci sono, l’intenzione è quella di farle arrivare nelle tasche dei lavoratori. Peccato che i diretti interessati non si accontentino.

I lavoratori non accettano le briciole: che fine faranno i 140 euro in più in busta paga?

Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una raffica di rivendicazioni. Tavoli aperti, promesse, scioperi e aumenti annunciati che, in molti casi, si sono sgonfiati prima ancora di arrivare in busta paga. Alcuni settori industriali sono riusciti a ottenere qualcosa – nel commercio, nell’alimentare e tra i metalmeccanici si sono visti adeguamenti anche sostanziosi. Ma per altri è stato un altro giro a vuoto.

Una busta e dei soldi: busta paga
I lavoratori non accettano le briciole: che fine faranno i 140 euro in più in busta paga? – artistrada.it

Basti guardare alle 580.000 persone coinvolte nel mancato aumento di questi giorni. Doveva essere il momento del rilancio, ma il governo ha bloccato tutto. Il taglio al cuneo fiscale, ancora una volta, è stato venduto come risposta universale, ma si è rivelato una soluzione parziale e temporanea. E nel frattempo, chi lavora nei servizi pubblici continua ad arrancare.

Nel comparto sanitario la situazione è persino più frustrante: dopo oltre un anno di trattative, neppure l’aumento promesso di 172€ per infermieri, tecnici e operatori è arrivato. I sindacati sono divisi, le trattative in stallo e i lavoratori sempre più stanchi di sentirsi invisibili.

Ora tocca agli insegnanti. Anche loro vogliono più valore, e anche loro si ritrovano a sperare senza troppe illusioni. Il governo ha promesso 3,2 miliardi per il rinnovo del contratto, con un aumento medio di 140€ lordi al mese. Secondo un sondaggio commissionato dalla Gilda, l’87% ritiene che la proposta sia inadeguata. E con l’inflazione che morde e i contratti fermi da anni, il timore è sempre lo stesso: restare con un pugno di mosche. Ma la domanda rimane: vale la pena rinunciare con l’obiettivo di ottenere di più? Nel senso: meglio un uovo oggi o una gallina – incerta – domani? A noi la sentenza.

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