Il cinema sforna remake e live action come se non ci fosse un domani: gli spettatori si stanno legittimamente stufando.
Cosa sta succedendo all’industria cinematografica? Il grande schermo è sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale e persino all’invenzione della televisione, ma potrebbe non farcela con la concorrenza spietata dello streaming. La problematica principale risiede nella frenesia. Le piattaforme offrono al pubblico una decina di nuovi prodotti a settimana, mentre il cinema fatica a stare al passo con le nuove esigenze degli appassionati.

Un tempo un film rimaneva nelle sale anche un mese intero e più, oggi è un miracolo se resiste per due settimane. Ecco dunque che i produttori scelgono di vincere facile, riproponendo linee narrative sicure e magari puntando su attori mediaticamente forti. La dinamica ormai si ripropone all’infinito: si seleziona la star del momento, che diventa protagonista di un remake o di un live action, lo spettatore è attirato quindi in sala, paga il biglietto e amici come prima.
E i nuovi progetti? In assenza di fondi e soprattutto di fiducia, i lungometraggi indipendenti e le opere dei registi alle prime armi non trovano posto in quello che si è trasformato in un business a tutti gli effetti. Quando l’arte viene eccessivamente contaminata dai soldi, è inevitabile una degenerazione contenutistica. Il problema è che gli spettatori si stanno stancando anche dei remake e dei live action.
La Settima Arte sta morendo
Quanto accaduto in relazione al live action di Biancaneve è la prova che qualcosa non sta funzionato. Complice sicuramente la pessima pubblicità causata dalle frequenti dichiarazioni denigratorie nei confronti della storia da parte della stessa attrice protagonista – Rachel Zegler – il nuovo prodotto Disney è stato un flop al botteghino. Il medesimo discorso vale per il remake del Gattopardo, che ha raggiunto l’apice durante le prime due settimane, per poi finire come tutti gli altri prodotti nel dimenticatoio.

Hollywood si trova di fronte a una decisione: investire nuovamente sull’innovazione oppure continuare a inanellare film già visti fino allo sfinimento. Usciranno prossimamente Odissea di Christopher Nolan e Cime tempestose con Jacob Elordi e Margot Robbie. Altri due remake.
La verità è che finché l’industria cinematografica proseguirà impunita la via dello sfruttamento degli sceneggiatori – motivo di protesta da parte del sindacato statunitense a Los Angeles – difficilmente si uscirà da questo circolo vizioso. Nel frattempo sui social, ormai divenuti una piazza pubblica digitale, i commenti che esprimono disappunto sui sistematici remake e live action si fanno sempre più frequenti.